Monte Ortobene

Geologia

Il Monte Ortobene ha conosciuto la sua genesi milioni di anni fa, quando un’enorme bolla di magma proveniente da grandi profondità è stata sospinta da incredibili forze verso la superficie terrestre, senza però riuscire a superare l’ultimo strato di roccia preesistente. Questo ha fatto sì che il magma si sia raffreddato molto lentamente sotto la crosta terrestre e in maniera non omogenea, con cristalli di varia composizione e con granulometria differente (fine , media e grossa). Questa diversa composizione ha fatto si che gli agenti esogeni (temperatura, vento, acqua, licheni, muschi,…) abbiano scolpito e modellato la montagna nel tempo, dando origine a formazioni granitiche spettacolari e suggestive, per forma e dimensione. Tra i tanti monumenti granitici vale la pena di segnalare il tafone sito in località Sa ‘e Sos Frores denominato “Sa Preda”, capolavoro scolpito dalle forze della natura e dal tempo . Mentre di grande interesse antropologico è “Sa Conca”, una residenza rurale suggestiva e unica ricavata all’interno di un enorme masso di granito cavo e di forma sferica, situato sul ciglio della strada che porta al parco di “Sedda Ortai”.

Fauna

La fauna è quella tipica della Sardegna centrale. Ad animare la lecceta del Monte Ortobene troviamo volpi, cinghiali, martore, donnole, ghiri,quercini, quaglie, pernici, piccioni, tortore e colombacci. L’Ortobene è terreno di caccia ideale per la poiana, lo sparviere, l’astore, il falco pellegrino e persino una coppia di aquile reali che è solita nidificare a Jacu Piu, a tutti gli effetti un prolungamento naturale del Monte . Nel fitto del bosco è facile imbattersi nella chiassosa ghiandaia, o essere accompagnati dalle note e dai voli festosi di passeriformi come il pettirosso, la cinciallegra, l’usignolo, il saltimpalo e numeri altri. Il buio e il silenzio della notte favoriscono l’azione dei rapaci notturni quali l’assiolo, il barbagianni, la civetta e anche il gufo comune

Flora

La maestosa fustaia di leccio per lo più dominante in tutto il comprensorio, solo in rari lascia spazio alla presenza di altri alberi ad alto fusto quali roverelle, agrifogli, sughere, ginepri montani, pioppi, olmi e ontani. Soprattutto dove in epoche abbastanza recenti si sono verificati incendi la macchia, i cui componenti più comuni sono il lentisco, la ginestra, l’alaterno, il pungitopo, il corbezzolo, il rovo. Mentre dove il terreno è più arido si è insediata la gariga ed è più facile trovare i cisti, l’euforbia arborea, il citiso e la ginestra, l’asparago.

Belvedere

La sua vetta “Cuccuru Nigheddu” raggiunge i 955 m. s.l.m., si raggiungono diversi belvedere ampiamente panoramici che danno verso i monti più alti della Sardegna (Monte Corrasi, il Supramonte, il Gennargentu), e da dove è possibile scorgere il Montalbo, il Tuttavista e nelle giornate più limpide e terse anche il mare (Dorgali). Tra i più suggestivi citiamo il belvedere di Passivale, raggiungibile attraverso un comodo sentiero in zona “Sa Radichina”, appena sotto “Sedda Ortai”. Importante e suggestivo belvedere, anche qusto facilmente raggiungibile, è senz’altro quello che in cima alla Montagna ospita la statua del Redentore, opera di Vincenzo Ierace, meta di fedeli e visitatori soprattutto durante l’importante sagra folkloristica de “Su Redentore”, di fine agosto.

Archeologia

Ai piedi del Monte Ortobene, in località Borbore, si trova un’interessante zona archeologica dove è possibile trovare Domus De Janas (Case delle Fate), necropoli risalenti al Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200-2800 a.C.) – Eneolitico (cultura Monte Claro, 2400-2100 a.C.; cultura del Vaso Campaniforme, 2100-1800 a.C.). Forse meno note ai più, ma sempre molto spettacolari anche le Domus de Janas di Maria Frunza e di Fumosa.